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Le “buone” risposte a un numero infinito di interrogativi

Negli anni in cui mi sono ritrovata a parlare delle figure di Babysitter qualificat* e Operatore dei Servizi di Conciliazione, ho imparato a mettermi nei panni di chi ascolta. 

Chi è che capisce al primo colpo una “tiritera” su normative e prassi?

E soprattutto, chi si sente realmente di fare “la scelta giusta” di fronte al burocratese e inanimate risposte sull’argomento?

Oggi provo a dare alcune risposte, per rendere tutto un po’ più semplice . E chissà, forse anche più realizzabile

Premetto che non sono invincibile, e quindi, cadrò anche io in parole noiose ma prometto di farlo il meno possibile. Solo Q.B, come nelle ricette di Benedetta.

Parto dal dare un po’ di contesto generale. 

Spesso chi legge la parola “conciliazione” non ha ben chiaro di cosa si stia parlando.

Detto in soldoni, quando parliamo di servizi conciliativi siamo di fronte a tutti quei servizi extra pubblico. Hai presente quando senti parlare di nidi privati, doposcuola, colonie estive e così via? Ecco, qui stiamo parlando proprio di questo.

Vicino alla parola “conciliazione” ci trovi spesso e volentieri anche le parole “buoni di servizio”.

Ma hai chiaro cosa siano? Io ci ho messo un po’ per spiergarlo in meno parole possibili. E mi dirai tu se ci sono riuscita.

I buoni di servizio sono dei veri “buoni” o “voucher” che aiutano le famiglie a pagare la quota dei servizi di cui abbiamo appena parlato. Quindi, la famiglia sceglie da una lista (che puoi vedere qui) il servizio che preferisce* e, come in periodi di saldi, sceglie quello più vicino alle sue esigenze preoccupandosi il meno possibile del costo grazie ai famosi “buoni di servizio”.

Lo hai notato qualche riga più in su? Ecco il primo asterisco.

I nostri amati buoni di servizio non possono essere utilizzati con proprio tutti gli enti, ma solo quelli con quelli accreditati secondo la normativa Provinciale che stabilisce gli standard di servizio e di qualità minimi che devono essere garantiti (parole noiose ma importanti). 

Ora mi perdonerai subito per le parole noiose di poco fa perché qui entri in gioco tu, se questo mondo comincia a interessarti.  Uno dei requisiti che un ente deve rispettare perché le famiglie possano “spendere” i buoni di servizio acquistando i propri servizi è la competenza dei propri operatori, che devono essere in possesso di titoli di studio e di esperienza specifici, tra i quali gli attestati ai corsi di:

Ma vogliamo mettere altra carne al fuoco? Direi di no. Parlerò di questi corsi nel prossimo articolo sempre in modo semplice e digeribile, come ho fatto finora.

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