IL CORPO C’ENTRA SEMPRE

La centralità del corpo e del movimento nella nostra quotidianità e nel percorso di crescita di ciascun bambino.

Corpo e movimento, come tematiche di riflessione psico-pedagogica, vengono spesso confinati in ambiti disciplinari ben definiti e circoscritti: l’attività fisica, lo sport, la prestazione. Ma il movimento non è solo sport, l’esperienza motoria non fa bene solo al corpo, l’educazione motoria non può e non deve riguardare solo il movimento. Semplicemente perché non è così.

Cerco di spiegare meglio con qualche esempio.

Immaginatevi questa situazione, interessante per osservare i primi comportamenti prosociali all’interno di un gruppo di piccolissimi al nido. Un bambino di pochi mesi ha perso il suo ciuccio e piange disperatamente perché gli è caduto (e non è in grado di recuperarlo da solo). I suoi compagni più grandi potrebbero accorrere in suo aiuto, andare a raccogliere il ciuccio e portarglielo per tranquillizzarlo. Ma lo possono fare solo se sono in grado di spostarsi autonomamente nello spazio per raggiugere il ciuccio, hanno una coordinazione occhio-mano adeguata ad afferrare il ciuccio, tenerlo mentre si spostano, e lasciarlo quando lo mettono in bocca al loro piccolo amico in lacrime. Il movimento definisce l’opportunità di mettere in campo il comportamento di aiuto, non è sufficiente l’intenzionalità.

Ecco un altro esempio che riguarda i bambini più grandi, della scuola dell’infanzia, impegnati in un’interessante attività di conteggio di un sacchetto di caramelle arrivato in sezione per festeggiare il compleanno della maestra. Le caramelle sono state tirate fuori, messe sul tavolo, ben distanziate l’una dall’altra. Il dito indice di un bambino passa da una caramella all’altra mentre la sua voce conta: “Una, due, tre, quattro…”. Il conteggio finale risulterà corretto se, e solo se, il dito indice sarà in grado di muoversi in forma sincrona con il parlato, altrimenti le caramelle risulteranno di più o di meno.

Il movimento segmentario della mano coordinato al linguaggio verbale offre il sostegno alla competenza di numerazione in una fase dello sviluppo cognitivo in cui il pensiero ha bisogno di incrociare la dimensione concreta per svilupparsi in forma adeguata. 

Fortunatamente alcuni recenti approcci teorici stanno recuperando l’importanza dell’esperienza motoria nei processi di sviluppo del bambino non solo relativamente al dominio motorio, ma anche a quelli cognitivo, affettivo e relazionale. Mi riferisco alla Teoria dei sistemi dinamici di sviluppo, all’Embodied Cognition, alla psicomotricità e agli approcci cognitivo-motori alla didattica che pur partendo da prospettive teoriche diverse stanno riportando l’attenzione sul significato e l’importanza dell’esperienza motoria nei processi di sviluppo. Gardner, d’altro canto, ha legittimato l’intelligenza cinestesica annoverandola nel suo elenco delle intelligenze multiple di base alla pari delle più famose intelligenza verbale o logico-matematica.

Il corpo c’entra sempre.

Una frase semplice – di cui dobbiamo ringraziare Alba Marcoli – ma che evidenzia in forma chiara ed immediata la centralità del corpo e del movimento nella nostra quotidianità e nel percorso di crescita di ciascun bambino.

Beatrice Andalò

Bibliografia
Alba Marcoli. Il bambino nascosto. Favole per capire la psicologia nostra e dei nostri figli. Mondadori 2004
Howard Gardner. Forma mentis. Saggio sulla pluralità delle intelligenze. Feltrinelli, 2013

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