20 Gen Motivare ad essere motivati
Che cos’è la motivazione e come fare a proporre attività motivanti ai bambini
La motivazione è il vento che spinge le nostre vele, il motore delle nostre azioni, ciò che ci permette di raggiungere gli scopi desiderati e di conseguire obiettivi sempre più alti.
I bisogni dell’essere umano secondo lo psicologo Abraham Maslow (1954) sono disposti gerarchicamente lungo una struttura piramidale. I bisogni più alti non vengono avvertiti, se quelli precedenti non sono stati soddisfatti.
Sullo scalino più basso si collocano i bisogni fisiologici (come ad esempio la fame e la sete,…) e poco sopra sono situati i bisogni di sicurezza, salute e di protezione.
Nella parte alta della piramide vi sono invece i bisogni sociali, quali i bisogni di affetto e di appartenenza e i bisogni di stima e riconoscimento delle proprie capacità.
Sul gradino più alto è posto infine il bisogno di autorealizzazione personale legato al desiderio di crescita sulla base delle proprie capacità ed aspirazioni.
Le diverse attività in cui ci impegniamo tutti i giorni possono seguire due tipi di motivazione:
– una motivazione esterna, che è legata alla possibilità di ottenere qualcosa con lo svolgimento di quell’attività (es. un premio, una lode, uno stipendio…) o di evitare qualcosa di sgradevole che ne deriva dal mancato svolgimento (es. un accumulo di impegni, un rimprovero, una mancanza…)
– una motivazione interna, che è rappresentata da un insieme di sensazioni positive associate al fatto di svolgere bene una attività. È il fare per il semplice gusto di farlo, una passione personale. La motivazione si compone poi di diversi aspetti. È motivante ciò che si capisce, ciò che si è in grado di fare e ciò che risponde al proprio stile e temperamento.
Se l’attività proposta è troppo difficile, perché non conosciuta o perché non capita, ci sottoporrà continuamente ad un senso di frustrazione e ad errori ripetuti, togliendoci ogni motivazione a continuare a provare. Allo stesso modo se una cosa si conosce fin troppo bene o risulta noiosa, ci sarà una perdita di interesse e di attrattività rispetto al compito proposto con conseguente abbassamento della motivazione al suo svolgimento. Anche se una cosa è completamente nuova potrebbe portare spesso ad una rinuncia. Per questo motivo tutte le attività proposte ai bambini dovrebbero cadere all’interno di quella che Vygotskij chiama zona di sviluppo prossimale, ovvero quella fascia intermedia che si situa tra le capacità attuali che il bambino possiede e quelle potenziali che può raggiungere mediante l’interazione con una persona più esperta.
All’interno di questa area il bambino è in grado di svolgere un’attività in autonomia solo parzialmente e necessita dell’aiuto dell’adulto per portarla a termine e per imparare qualcosa di nuovo.
Infine la motivazione non è uguale per tutti. Tempi e modalità sono differenti per ciascun bambino, perché ogni bambino presenta caratteristiche e stili diversi e pertanto un’attività motivante per l’uno, non lo è mai necessariamente anche per l’altro. Si pensi a bambini molto motori, rispetto a bambini più visivi o ancora bambini con un forte spirito agonistico, rispetto ad altri più riservati e così via.
Da ciò si capisce quanto sia importante osservare bene il bambino che abbiamo di fronte e adattare le nostre proposte alle sue caratteristiche e ai bisogni che necessita di veder soddisfatti in quel preciso momento, utilizzando oggetti e attività che siano in grado da sole di accedere alla sua motivazione.
Jenny Visintainer
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